Fallita Vertu, addio ai telefonini-gioiello
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Mobile News del 17 Luglio 17 Autore:
Stefano Fossati Cala il sipario su Vertu, produttore di telefoni cellulari di lusso sprofondato in una crisi finanziaria dalla quale non è riuscito a risollevarsi. L’azienda britannica, riferisce la BBC, è gravata da un debito di 128 milioni di sterline (145 milioni di euro) e nemmeno l’intervento dell’imprenditore turco Murat Hakan Uzan, che l’ha acquistata a marzo per 56 milioni di euro, è stato in grado di salvarla dal fallimento. Fallimento che comporta la perdita del posto di lavoro per 200 dipendenti.

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Fondata da
Nokia nel 1998 e passata negli ultimi cinque anni sotto il controllo di
alcuni gruppi finanziari, Vertu era nota per i suoi
telefoni cellulari e smartphone realizzati a mano con largo impiego di materiali pregiatissimi, dal titanio alla pelle di coccodrillo, dalle pietre preziose al vetro zaffiro per i display: dispositivi dedicati a una clientela decisamente facoltosa, visti i prezzi che arrivavano fino a
65mila euro. Dei veri e propri
gioielli tecnologici, insomma, venduti in selezionate gioiellerie e nei negozi monomarca in alcune importanti città sparse per il globo (fra cui Milano, ovviamente in via Montenapoleone), ma che evidentemente non sono stati in grado di conquistare un seguito sufficiente fra i “ricconi” di tutto il mondo.
Dunque Vertu chiude i battenti, anche se non è escluso che il brand possa
resuscitare in un prossimo futuro: Uzan ha conservato infatti la proprietà del marchio e sarebbe intenzionato a rilanciare la produzione in un altro Paese, magari proprio in Turchia, dove il costo del lavoro è inferiore rispetto al Regno Unito. Resta da vedere se il numero di potenziali acquirenti possa giustificare una produzione di nicchia come quella dei telefoni-gioiello, sia pure ripensata su basi “low cost”.